Gli effetti dell’osservazione

Approfondire lo studio delle povertà e dei bisogni di un territorio, in modo sistematico e scientifico, non e finalizzato alla divulgazione di numeri fini a se stessi, ma alla sollecitazione di riflessioni capaci di:

1) animare la comunità cristiana, ovvero:

  • offrire al Vescovo elementi e informazioni sulla realtà sociale della diocesi utili per la predisposizione del piano pastorale diocesano;
  • informare e coinvolgere il Consiglio pastorale diocesano, il Consiglio presbiteriale e i Seminari, anche mediante specifici momenti di formazione;
  • mettere al centro i poveri per farli divenire annunciatori e testimoni vivi della presenza di Cristo;
  • contribuire alla nascita di nuove forme di servizio e di “opere segno”;
  • promuovere nelle parrocchie la cultura e la capacita dell’osservazione del territorio (riconoscendo le sue povertà e le sue risorse);
  • contribuire a sensibilizzare le comunità ecclesiali “al senso e al dovere della carità ”;
  • animare ed evangelizzare la comunità cristiana attraverso il Vangelo incarnato della carità ;
  • facilitare la costruzione e il rafforzamento della rete delle diverse realtà ecclesiali impegnate nei servizi alla persona e nella testimonianza della carità , proponendo il metodo dell’osservazione come vero e proprio stile di lavoro ecclesiale.
  • favorire nuove collaborazioni con gli uffici pastorali (pastorale giovanile, pastorale della salute, pastorale familiare, ecc. ) ed altri soggetti della Chiesa locale, anche al fine di realizzare ricerche socio-pastorali e progetti congiunti;
  • sviluppare e mantenere canali di collaborazione con i media cattolici, a tutti i livelli territoriali, per favorire l’informazione corretta e competente sulla realtà sociale e le sue dinamiche;

2) animare la comunità civile, ovvero:

  • favorire una maggiore consapevolezza e conoscenza dei fenomeni di povertà ;
  • stimolare la coscienza civile, in particolare sui temi connessi alle povertà e alla giustizia sociale;
  • promuovere il volontariato, l’impegno civile e la cittadinanza attiva;
  • promuovere la tutela dei diritti, attraverso opera di denuncia o rivendicando diritti di cittadinanza per taluni bisogni non ancora tutelati;
  • promuovere nei media locali una maggiore attenzione e competenza sui temi della povertà e dei diritti sociali;
  • stimolare l’azione delle istituzioni civili e dei decisori politici, in ordine ad un’adeguata legislazione di giustizia a favore degli ultimi (azione di advocacy);
  • coordinare tavoli tematici che vedano il coinvolgimento di più attori sociali per favorire e sollecitare l’osservazione da più punti di vista;
  • stimolare progettazioni con realtà associative, cooperative e/o aziende pubbliche o private, al fine di favorire l’integrazione di soggetti fragili o ai margini.